Storia del Comune

Ultima modifica 17 maggio 2019

E’ un comune, posto nella pianura che è limitata fra le due strade di cui una conduce da Lodi a Borghetto l’altra da Lodi a Casalpusterlengo. Il territorio è, in molte parti, irrigato da un canale che raccoglie le acque disperse della Muzza e che, poi, vanno a finire nel Po, sotto Guardamiglio. Ossago ha conservato pressoché intatta la fisionomia tipica del borgo rurale: il suo centro storico, è ancora percorso da vie tortuose, che seguono con slarghi e strozzature il perimetro irregolare delle vecchie abitazioni, articolate come un tempo attorno al cortile, perno di tutte le attività. Nelle antiche carte si registra Orxagum, locuzione che ci illumina sull’origine del nome che potrebbe essere orso, con “rs”, cambiate in “ss” come in dorso, dosso, forse per la presenza, nel luogo selvaggio, di qualche plantigrado. Vi è chi credette, e lo conferma l’ Agnelli, che in questo territorio avesse luogo una battaglia, e che dalle ossa ivi trovate il luogo venisse chiamato Ossago; ove il poeta Gabbiano, nella sua Laudiade dice: “Ossago le tant’Ossa in grembo serba che il fiero seminò Marte cruento”. Le prime memorie che si hanno di questo risalgono al 972, in cui vi possedevano i monaci di S.Pietro di Lodi Vecchio. Apparteneva alla Pieve di S.Martino in Strada, i cui preti vi esigevano le decime: innalzatasi, quindi, la chiesa, sorsero contese con quei di S.Martino per cagione di confini, le quali furono appianate l’anno 1204 dal Vescovo Del Corno. La Parrocchia di Ossago è intitolata ai SS. Gervasio e Protaso. L’ anno 1226 un Pietro Soffientini fu subinvestito dai Capitanei di Merlino, feudatari del Vescovado, di Ossago e di S.Martino in Strada. Nel territorio passava la via de Ronchalia, che probabilmente si allacciava colla via romana Cremona-Laus Pompeia nei pressi di S.Martino in Strada. Vi possedettero i Domenicani e i Canonici Regolari Lateranensi: di questi si osserva ancora una lapide con bassorilievo murata nella facciata della parrocchiale . Il feudo di Ossago appartenne lungamente ai Carcano. Si dice che questi usarono per i primi il nero di raffineria per concime, recando ai terreni una straordinaria fertilità. A Ossago, il 29 dicembre 1807, nacque Domenico M.Gelmini che fu vescovo di Lodi (1872-88). Dedicata ai SS. Gervaso e Protaso, la parrocchiale è dunque di antica origine ed è anche un famoso santuario mariano: vi si conserva infatti un’immagine quattrocentesca in terracotta policroma della Mater Amabilis, proveniente della soppressa chiesa di S.Maria in Brera. Il passaggio della santa icona alla chiesa locale avvenne nel 1811 grazie all’abate Giovanni Angelo Cesaris. Da allora essa divenne oggetto di devota venerazione, intensificatasi a seguito di alcune guarigioni miracolose, accadute dopo il 1923, anno in cui l’immagine venne riportata ad Ossago, dopo un restauro, in solenne processione. Nell’archivio parrocchiale si conserva la documentazione di questi miracoli, attestati anche dagli ex voto appesi nella cripta, attorno ad una fonte di acqua taumaturgica. La chiesa divenne meta di pellegrinaggi sempre più frequenti, tanto che le esigenze del culto indussero ad un ampliamento, che si risolse in radicale rifacimento. I lavori, iniziati nel 1925, ma più volte interrotti e ripresi, fino al 1957, modificarono del tutto la facciata originaria, di linee settecentesche, sostituendola con un’altra arieggiante un ibrido stile romanico, con rosone e due campanili cuspidati, di cui uno è rimasto tronco. All’interno la navata è affiancata da cappelle, con gruppi plastici in terracotta che illustrano episodi delle Sacre Scritture e della vita dei Santi. Adiacente al santuario fu creato nel 1929 un singolare parco, con vialetti, ruscelli e stagni, nel quale sono ricostruiti “al naturale” i Luoghi Santi della Palestina: una pittoresca ambientazione non priva di suggestione, basata sui Vangeli aprocrifi. Dal censimento del 1931, Ossago figura con una popolazione di 1691 abitanti. Ossago, alla grande guerra ha dato 34 caduti, con due medaglie d’ argento.


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